Mountain Dreamers, our philosopy

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La mente mi dice: “Tieni stretto tutto questo nella tua memoria, ponilo sotto vetro nel tuo scrigno spirituale, questo è oro puro”. E in questo attimo mi sento straordinariamente ricco.

 

Questa frase è a conclusione del libro di Reinhard Karl, “Yosemity” e tende a riassumere quella sensazione di pienezza che si prova dopo una scalata. Reinhard la usò per descrivere lo stato di estasi, che provò dopo la salita nottura in free solo del “Great White Book”, sopra il Tenaya Lake.

“Non abbiamo corda, non abbiamo niente, scaliamo una montagna senza niente. Arrampichiamo così in fretta, perché la scalata era un grande godimento. Credo che tutti e tre ci trovassimo in una specie di orgasmo dell’arrampicata, vivendo la scalata come soddisfacimento totale di un piacere. Senza paura di salire, in quell’atmosfera di follia, sei lunghezze di corda in cinque minuti. “Freedom’s just another word for nothing left to lose”. Per alcuni minuti siamo stati completamente liberi. Era proprio il contrario di una caduta nel vuoto, l’opposto della paura di morire, era vita, veloce ed intensa. Era l’ebbrezza di arrampicare leggeri e veloci, con amici che provano quello che provi tu. Arrampicare su meravigliose strutture di roccia con l’estetica del legame tra uomo e natura. Essere per qualche secondo in paradiso, nel paradiso dell’arrampicata. Arrampicare come confronto con la natura, arrampicare come atto sessuale, arrampicare come gioia folle.

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Questo è ciò che ci spinge ogni giorno a salire sempre più in alto, a faticare per vivere appieno, a sudare per sentirci liberi e cibandoci di sogni, che ci permettono di essere veramente noi stessi. In comunione con chi è accanto a noi e con quello che ci circonda, ci sentiamo vivi, viviamo i nostri sogni e in quel momento siamo immensamente ricchi. 

 

 

La nostra filosofia

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La mente mi dice: “Tieni stretto tutto questo nella tua memoria, ponilo sotto vetro nel tuo scrigno spirituale, questo è oro puro”. E in questo attimo mi sento straordinariamente ricco.

 

Questa frase è a conclusione del libro di Reinhard Karl, “Yosemity” e tende a riassumere quella sensazione di pienezza che si prova dopo una scalata. Reinhard la usò per descrivere lo stato di estasi, che provò dopo la salita nottura in free solo del “Great White Book”, sopra il Tenaya Lake.

“Non abbiamo corda, non abbiamo niente, scaliamo una montagna senza niente. Arrampichiamo così in fretta, perché la scalata era un grande godimento. Credo che tutti e tre ci trovassimo in una specie di orgasmo dell’arrampicata, vivendo la scalata come soddisfacimento totale di un piacere. Senza paura di salire, in quell’atmosfera di follia, sei lunghezze di corda in cinque minuti. “Freedom’s just another word for nothing left to lose”. Per alcuni minuti siamo stati completamente liberi. Era proprio il contrario di una caduta nel vuoto, l’opposto della paura di morire, era vita, veloce ed intensa. Era l’ebbrezza di arrampicare leggeri e veloci, con amici che provano quello che provi tu. Arrampicare su meravigliose strutture di roccia con l’estetica del legame tra uomo e natura. Essere per qualche secondo in paradiso, nel paradiso dell’arrampicata. Arrampicare come confronto con la natura, arrampicare come atto sessuale, arrampicare come gioia folle.

 

Questo è ciò che ci spinge ogni giorno a salire sempre più in alto, a faticare per vivere appieno, a sudare per sentirci liberi e cibandoci di sogni, che ci permettono di essere veramente noi stessi. In comunione con chi è accanto a noi e con quello che ci circonda, ci sentiamo vivi, viviamo i nostri sogni e in quel momento siamo immensamente ricchi.